Espressione largamente usata anche nel linguaggio comune e
indicante la proprietà di due o più entità di costituire un
tutto completo. • Fis. -
Legge o
p. di
c.: legge formulata da Niels Bohr, secondo cui è impossibile
rappresentare adeguatamente gli ultimi componenti della materia e della luce
come delle particelle o come delle onde, ma si deve ricorrere insieme all'una e
all'altra concezione. Vi sono fenomeni che sembrano spiegabili solo supponendo
che la realtà fisica sia corpuscolare, come il fenomeno fotoelettrico, o
solo ondulatorio, come la diffrazione della luce intorno a piccoli ostacoli.
Altri fenomeni, invece, sembrano rivelare, insieme, la corpuscolarità e
la ondulatorietà, come la traslazione della luce. Ma anche i primi,
secondo Bohr, tengono in serbo l'altro aspetto; mentre nei fenomeni di cui
compaiono entrambi gli aspetti, la somma di questi non supera mai un determinato
valore. Ne deriva che le proprietà di corpuscolo e onda non sono tra loro
contraddittorie, ma rappresentano dei modi diversi di osservare la realtà
fisica nel microscopio; e si tratta di modi che si completano tra loro. Anche in
altri campi si sono avute applicazioni della
p. di c. Così, se si
viviseziona un animale, si altera col dolore il funzionamento normale dei suoi
organi; se un individuo è adirato non può osservare obiettivamente
la propria ira, ecc. Anche in questi casi è sempre possibile solo un
compromesso tra osservazione vivisettoria e fisiologia normale, tra passione e
osservazione, ecc. In economia, il
p. di c. si applica tra due beni detti
complementari in quanto, nel caso in cui il consumatore si muova su una certa
linea di indifferenza, un maggior consumo dell'uno comporta un maggior consumo
anche dell'altro. Tali beni si contrappongono ai beni detti fungibili o
sostituibili in cui un maggior consumo dell'uno comporta un minor consumo
dell'altro.